Speciale orientamento
Perché vale la pena appassionarsi al Latino?
I suoi più fedeli difensori hanno addotto la motivazione che lo studio di una lingua antica, anche se morta insegna comunque a ragionare e sviluppa la logica.
Tutto ciò è fondamentale ma i ragazzi di oggi potrebbero anche obiettare: perché non imparare a ragionare con altri metodi meno faticosi e più allettanti? Anche la settimana enigmistica può insegnare a ragionare, anche la Filosofia, anche una dimostrazione di matematica, anche un testo di narrativa o una poesia, un quadro, una musica.
Perché allora faticare così tanto con il Latino! Siamo nel 2016!
Ebbene, il Latino spalanca la comprensione del presente come epoca che è figlia di un passato tutto nostro.
La nostra cultura ha le sue radici nell’antica grecia, nella cultura romana e in quella cristiana.
Studiare la civiltà, la letteratura e la lingua latine significa conoscere le proprie radici e permette di cogliere ciò che accomuna l’uomo di oggi all’uomo antico.
La conoscenza del Latino rischiara il linguaggio e le parole.
Pensiamo al vocabolo «cultura». Il fascino di una parola risiede nel fatto che essa descrive una storia, racconta una parte dell’avventura umana. Il verbo latino colo, che è alla base della parola «cultura», sottolinea e descrive il passaggio dell’uomo dalla condizione nomade a quella sedentaria. Il verbo significa «coltivare», «abitare», «venerare». Un popolo che diventa sedentario ha imparato a coltivare la terra, la abita e venera le divinità del luogo. Nel termine «cultura» risiede questo radicamento nelle proprie origini e nella propria terra, senza il quale non è possibile crescere e dare frutti. Capiamo allora che la cultura non ha a che fare con la conoscenza di tante componenti della realtà, ma deriva da un passato (il terreno in cui siamo cresciuti, la tradizione) e si apre ad una domanda sul presente e sul futuro.
La parola «cultura» coinvolge non solo la sfera della materialità (l’aspetto fisico, concreto, pragmatico dell’uomo), ma anche la componente religiosa, include la questione dell’uomo e del suo rapporto con il destino, ovvero le grandi domande dell’uomo.
Dai Latini, così come dai Greci, noi deriviamo la retorica, che insegna a scrivere bene, a parlare bene, a persuadere. Quintiliano considerava questa disciplina fondamentale. «Saper parlare bene» e «saper scrivere bene» sono due competenze trasversali fondamentali, così come il «saper ragionare» e il «saper giudicare».
La lettura delle grandi opere della letteratura latina, di Virgilio, di Orazio, di Seneca, di Cicerone… ci permette di incontrare i «grandi del passato», di confrontarci con loro e di scoprire il loro pensiero.
Ecco perché ti aspettiamo.
Un saluto a tutti